Congresso Euromil. Verso il consolidamento delle libertà sindacali per il mondo militare. di Mario Nieddu *

Congresso Euromil. Verso il consolidamento delle libertà sindacali per il mondo militare. di Mario Nieddu *

Il congresso Euromil tenutosi giovedi 27 aprile u.s., per quanto possa apparire di marginale importanza, se contestualizzato in un periodo nel quale l’attenzione e l’impegno di ciascuno di noi che siamo membra attive dell’organizzazione sindacale, è proteso all’acquisizione di quelle deleghe indispensabili per rendere solida e forte nella rappresentatività il sindacato; assume particolare rilievo sia in un’ottica di scambio e condivisione fra sigle sindacali nazionali, sia di una più lungimirante presa di coscienza dello status-quo e del motus evolvendi afferente il cammino formativo, le difficoltà riscontrate ed i risultati raggiunti dalle sigle sindacali militari del panorama europeo intervenute al congresso.

Una disamina e una presa di coscienza che non è sfuggita all’interesse degli interi vertici del Si.Na.Fi. intervenuti, consci che da sempre la condivisione delle esperienze, delle difficoltà e dei successi è fonte di stimolo e di orientamento dell’azione futura, le cui basi e fondamenta vanno individuate e costruite oggi.

L’orientamento di Euromil, teso a una veduta più ampia di Europa (come appare chiaro dalla foto) volta a un capillare conseguimento di una perequazione a livello europeo (e quasi utopicamente, successivamente mondiale) dei diritti da riconoscersi al personale militare, primo fra tutti quello sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle forze armate e delle forze di polizia, pare ricalcare quanto già successo negli Stati Uniti d’America, che contrariamente a quanto si possa immaginare, ha una cultura sindacale meno evoluta di quella Europea. Questo, a causa di una connotazione statutaria radicalmente capitalista e delle scaturenti politiche antisindacali praticate soprattutto sotto la gestione del presidente Ronald Reagan, poi peraltro ricopiate tra gli altri da Margaret Thatcher in Gran Bretagna. Così mentre in Italia nel 1981 si assisteva alla smilitarizzazione della Polizia di Stato e si dava di fatto strada alla costituzione dei primi sindacati di forze dell’ordine, in America con il primo decreto a firma del neo presidente Reagan si licenziavano in blocco 11500 controllori di volo, rei di aver aderito a uno sciopero. Quindi al giorno d’oggi, le nostre omologhe organizzazioni di rappresentanza ancora si battono per parificare le sperequazioni stipendiali che creano difformità tra i vari Stati, così per un agente di Polizia si vedono variare la retribuzione annua da 38 mila dollari in alcuni Stati a 65 mila dollari in altri Stati, e le stesse solo a gennaio dello scorso anno sono riuscite ad ottenere da una legge promulgata dal Congresso, il via libera alla pubblicazione dei dati relativi ai suicidi nelle forze dell’ordine per evidenziarne la criticità.

Un ambito, quello dei suicidi, profondamente caro alla sensibilità del Si.Na.Fi., e che denota il genuino orientamento suggerito da un direttivo nazionale risoluto e compatto di fronte alla problematica, che si è voluto con tempismo impegnare concretamente con il “Progetto Ascolto Amico” a sostegno delle criticità, operando pertanto in linea con quanto ottenuto oltreoceano e di concerto con l’attenzione profusa in ambito europeo proprio in seno ad Euromil.

L’attualità di questo argomento è emersa infatti nell’accorato intervento del sindacalista portoghese, che ha evidenziato come i suicidi siano divenuti un cancro trasversale a tutti i corpi militari in Europa, e come tale criticità assuma una preminente necessità di intervento da parte delle organizzazioni sindacali volte alla sensibilizzazione delle più alte sfere statali in merito a questa triste problematica.

Tale argomento è stato ulteriormente richiamato nell’intervento di chiusura del presidente Assodipro, Natale Pacino, il quale ha inoltre ringraziato per la testimonianza accorata dei colleghi Ungheresi, Ciprioti e Portoghesi, sottolineando come il loro percorso particolarmente denso di difficoltà debba divenire stimolo per le organizzazioni sindacali militari Italiane, e richiamando l’intervento del Segretario Generale Si.Na.Fi. Eliseo Taverna,  ha auspicato quale linea di indirizzo da seguire congiuntamente, anche dalle altre sigle sindacali, ovvero quella della “Resistenza Giudiziaria” indicata dal nostro Segretario, promuovendo quale precursore l’atteggiamento sindacale assunto dal Si.Na.Fi., che in ragione di una legge promulgata intenzionalmente priva di specificità atte a consentire l’immediata agibilità del processo sindacale, persegue l’ottenimento dei necessari correttivi inducendo a far rilevare dal Tribunale Amministrativo Regionale competente, questioni di legittimità costituzionale, relative all’art.39 della Costituzione, a cura della Corte Costituzionale.

 *Componente del Collegio dei Revisori Contabili SINAFI Lazio

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